Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

martedì 6 ottobre 2015

Il dono disinteressato


Il dono disinteressato

 

Questa meditazione è, a mio avviso, la Summa di tutto il pensiero di Giovanni Paolo II. Ne riporto alcune frasi. Si può scaricare tutta dal link citato sotto.
  • Il creato come donazione
  • Dono e affidamento
  • La sensibilità alla bellezza
  • La redenzione del corpo
  • Totus Tuus 

Tante volte ho sottolineato che nella donna creata si contiene in un certo senso l’ultima parola di Dio Creatore. Eppure la femminilità significa il futuro dell’uomo. La femminilità significa la maternità e la maternità è la prima forma dell’affidamento dell’uomo all’uomo. “Dio vuole darti un altro uomo cioè Dio vuole affidarti quest’uomo, e affidare significa che Dio ti crede, crede che tu sappia accogliere questo dono, che lo sappia abbracciare con il tuo cuore, che sappia rispondere a questo dono con il dono di te stesso”. In tal modo, creando l’uomo come maschio e femmina Dio trasmette all’umanità il mistero di quella comunione che è il contenuto della sua vita interiore. L’uomo viene introdotto nel mistero di Dio attraverso il fatto che la sua libertà si sottopone al diritto dell’amore e l’amore crea la comunione interumana.

Dio Creatore dell’uomo non è soltanto il Signore onnipotente di tutto quello che esiste ma è Dio della comunione. E’ proprio questa comunione il punto della particolare somiglianza dell’uomo a Dio. Attraverso l’uomo essa deve irradiarsi su tutto il creato affinché il creato diventi “il cosmo", la comunione dell’uomo con tutto ciò che è creato nonché la comunione del creato con l’uomo. Francesco d’Assisi è la figura nella storia in cui la verità sulla comunione del creato ha trovato la sua particolare espressione. Il luogo giusto della comunione è soprattutto l’uomo – maschio e femmina – che fin dall’origine Dio ha chiamato a diventare l’uno per l’altra dono disinteressato.


Non soltanto gli uomini si uniscono tra di loro, è Dio che li dona uno all’altro. E in ciò si attua il suo piano creativo. Così come leggiamo nel Libro della Genesi, Dio creò il mondo visibile per l’uomo e gli disse di dominare su tutta la terra (cfr. Gn 1,28) e affidò al suo dominio tutto il mondo di creature inferiori all’uomo. Tuttavia, questo dominio dell’uomo sul mondo creato deve considerare anche il bene delle singole creature. Il Libro della Genesi ricorda che il Creatore vide che tutto era buono. Il creato è un bene per l’uomo se l’uomo è “buono” con le creature che lo circondano: con gli animali, le piante e perfino con le creature inanimate. Se l’uomo è “buono” con loro, se non lo distrugge immotivatamente, non le sfrutta insensatamente. Allora le creature creano per lui l’ambiente naturale diventando per certi versi sue “amiche”. Non soltanto gli permettono la sopravvivenza ma anche la possibilità di ritrovare sé stesso.

Dio, creando, rivelò la Sua Gloria e diede tutta la ricchezza creata del mondo, all’uomo affinché prima di tutto la godesse, vi “riposasse” (Norwid: riposava – si rigenerava), affinché vi ritrovasse Dio e in questo senso ritrovasse sé stesso. Oggigiorno parliamo spesso di “ecologia”, cioè della cura dell’ambiente naturale. Alla base dell’ecologia così concepita sta il mistero della creazione, che è una grande e continua donazione all’uomo dei beni del cosmo.

Norwid scriverà un giorno: “la bellezza esiste per meravigliare al lavoro, il lavoro per poter risuscitare”. Se l’uomo veramente risuscita attraverso il lavoro, attraverso i diversi lavori che fa, è proprio grazie all’aspirazione che gli dà la bellezza: la bellezza del mondo visibile, tra cui in modo particolare la bellezza femminile.

Questo concetto appare in tutta la storia dell’uomo, in particolare nella storia della salvezza. Il punto culminante di quella storia è la Risurrezione di Cristo e la Risurrezione è la rivelazione della bellezza asssoluta, la rivelazione preannunciata già sul Monte Tabor.



Qui il link alla storia di questa meditazione

In italiano si trova in cartaceo in appendice a Come Gesù di don Mauro Leonardi
Un commento da quanto scritto in questo testo da Wojtyla si trova anche in questa meditazione di don Andrea Mardegan, Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi



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