Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

martedì 5 gennaio 2016

Robert A. Gahl, Jr., Etica narrativa e conoscenza di Dio

Robert A. Gahl, Jr.*


Teoria narrativa e azione morale 

Dopo le critiche di Elizabeth Anscombe e Alasdair Maclntyre seguite dal rinnovato interesse per la nozione classica di virtù, sembrerebbe decretata di fatto la fine della filosofia morale moderna. Nel tentativo di recuperare la fitta trama della riflessione etica classica assieme al riconoscimento delle problematiche epistemologiche contemporanee, numerosi sono gli studiosi che oggi si rivolgono alla ricca miniera scoperta applicando la nozione letteraria o ermeneutica di narrativa all'esperienza morale. Se molti di questi autori mettono in evidenza l'effetto terapeutico e pedagogico che i racconti possano suscitare sul lettore, un più esiguo numero di autori più ambiziosamente tenta di spiegare l'azione morale a partire dall'autocomprensione narrativa dell'agente. In altri termini, l'agire morale presuppone l'autocomprensione del soggetto in quanto al contempo interprete del ruolo di uno dei personaggi coinvolti nella storia di cui è coautore. Mentre le ramificazioni di questa più ambiziosa tesi trovano progressiva conferma nei fondamenti della storiografia, della filosofia della storia, della critica letteraria, e — naturalmente — della teologia, in questo saggio è mia esclusiva intenzione abbozzare un argomento per l'esistenza di Dio muovendo dalla prospettiva di una teoria narrativa dell'azione morale.
Etica narrativa e conoscenza di Dio

Pontificia Università della Santa Croce , Piazza di S. Apollinare 49, 00186 Roma.

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