Non può vivere bene chi non è in pace con il suo corpo.

Maria Raffaella Dalla Valle
IL DIARIO

sabato 3 settembre 2016

La bellezza di una piccola grande donna, Madre Teresa di Calcutta (Ita)












Oggi si terrà un evento di portata mondiale: la canonizzazione di una piccola, grande donna, Madre Teresa di Calcutta. Donna che ha dedicato la vita a far sperimentare agli ultimi l’amore di Dio.

“Risulta interessante il nesso tra la Medicina e la vita di Madre Teresa. Direi che anche questa realtà ci introduce bene sul mistero che ha avvolto la sua vita, un mistero che ci ricorda come l'uomo per essere guarito ha bisogno di una visione integrale del suo essere.

Madre Teresa a pieno titolo può essere considerata un "medico" perché ha mirabilmente offerto un'interpretazione metafisica dell'humanum dove l'elemento essenziale è la relazione”. - Robert Cheaib

Lei infatti, si descriveva così:

"By blood, I am Albanian. By citizenship, an Indian. By faith, I am a Catholic nun. As to my calling, I belong to the world. As to my heart, I belong entirely to the Heart of Jesus."

"Di sangue, sono albanese. Di cittadinanza, sono indiana. Per Fede, sono una suora cattolica. Secondo la mia vocazione, appartengo al mondo. Secondo il mio cuore, appartengo interamente al Cuore di Gesù."

Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso.
Parla loro con tenerezza. Lascia che ci sia gentilezza sul tuo volto, nei tuoi occhi, nel tuo sorriso, nel calore del nostro saluto. Abbi sempre un sorriso allegro. Non dare solo le tue cure, ma dai anche il tuo cuore.
Essere non amati, non voluti, dimenticati. È questa la grande povertà, peggio di non avere niente da mangiare.
La fame d’amore è molto più difficile da rimuovere che la fame di pane.
Non guardo le masse, ma le singole persone. Se guardassi le masse non inizierei mai.
Ieri non è più, domani non è ancora. Non abbiamo che il giorno d’oggi. Cominciamo.



In una intervista a don Paolo Morocutti, intitolata: Quando Madre Teresa perse la fede, Robert Cheaib riporta:

Le famose parole “tutto per Gesù” e “ti lascio qui per incontrarti nei poveri” quando lasciava Gesù nel Tabernacolo dopo aver pregato. L’autore, ricorda il Concilio Vaticano II, GS,22 in cui si afferma: Con l'incarnazione il figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo. Ha lavorato con mani d'uomo, ha pensato con intelligenza di uomo, ha agito con volontà di uomo, ha amato con cuore di uomo.

L'Eucaristia è stato il punto di partenza nell'esperienza spirituale della Madre, tuttavia quando si parla di Eucaristia si parla di incarnazione, in essa è contenuto implicitamente il mistero del Verbo fatto uomo. Chi ha visto Madre Teresa ha visto realmente qualcosa di Cristo. La convinzione che l'incarnazione è il principio che lega Cristo ad ogni uomo ha fatto sì che tra la vita di questa piccola suora e gli uomini non vi fossero muri di separazione, partendo dall'incarnazione si annullano distinzioni di razza, religione, comprensioni antropologiche distinte, perché in ogni uomo c'è qualcosa di Cristo. Nella vita della Madre si esprime l'affermazione conciliare secondo cui Cristo ha amato con cuore d'uomo, elevando l'amore umano a quello divino.

Ella ebbe esperienza di profondo abbandono e di solitudine interiore come un autentico dono mistico. Questa notte oscura rappresenta nella sostanza un invito a scegliere e a vivere continuamente e ininterrottamente per Gesù, in profonda unione con lui, senza che questo avvenga per una qualsiasi forma, seppur lecita, di piacere o gusto, soprattutto si tratta di amare senza che se ne percepisca il lecito e tanto anelato contraccambio, una purificazione dolorosa e continua che rende l'amore sempre più simile a quello di Gesù sulla Croce e che fa diventare il mistico un'icona vivente del Cristo sposo, rendendolo capace di amare come Dio stesso ama ed è proprio questo quello che appare chiaramente nella vita di Madre Teresa.

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